Avvio: MARZO 2011
Libera Le Ali
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Nome organizzazione:
Fondazione Tettamanti -
Ambito d'intervento:
Ricerca scientifica -
Realtà partner:
Ospedale San Gerardo di Monza -
Beneficiari:
Bambini malati di LLA -
Obiettivo del progetto:
Sviluppare terapie innovative per i bambini che non guariscono con le cure convenzionali -
Cifra erogata:
285.000 euro
LLA: questa espressione è nota agli addetti ai lavori per essere la sigla che identifica la Leucemia Linfoblastica Acuta, purtroppo conosciuta anche da tante famiglie italiane. Infatti i tumori sono tra le prime cause di morte in età pediatrica e la leucemia (che intacca le cellule sanguigne fino a compromettere l’intero organismo) ne è la forma più frequente, in particolare nella tipologia Linfoblastica Acuta. Ma, per Fondazione Just Italia, LLA significa anche altro: è la sigla di “Libera Le Ali”, nome dell’iniziativa benefica 2011 al fianco di Fondazione Tettamanti.
Quest’ultima, che ha sede presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, rappresenta il primo esempio Italiano di una struttura di ricerca nel campo delle emopatie infantili ad operare in modo integrato con una struttura di cura. Da qui prende il via il progetto vincitore del nostro Bando Nazionale 2011: uno studio clinico concentrato sui bambini malati di LLA ad alto rischio di ricaduta dopo un trapianto di midollo osseo, da svolgersi presso il Centro di Ricerca Tettamanti in collaborazione con diversi centri europei.
Uno studio che ha riempito di speranza tante persone: fino a poco tempo fa, la prognosi dei bambini affetti da LLA refrattaria o resistente in ricaduta era solo di pochi mesi di vita; negli ultimi anni però, grazie alla ricerca, c’è una maggiore comprensione dei meccanismi della malattia e la disponibilità di terapie nuove e più efficaci. Ad esempio quella proposta da Fondazione Tettamanti, basata su un approccio sperimentale detto di “immunoterapia adottiva”: i piccoli pazienti sono trattati con cellule ad azione antitumorale, modificabili in laboratorio per contrastare più efficacemente il tumore. L’obiettivo di questo studio è davvero grande: sviluppare terapie innovative per questi bambini che non guariscono con le cure convenzionali.
Per Fondazione Just Italia, permettere questa ricerca sulla LLA ha significato fare un passo fondamentale per restituire a questi bambini l’energia dell’infanzia, anzi per dare alle loro piccole ali la forza per volare: ecco perché l’iniziativa si chiama “Libera Le Ali”, ed ecco perché ha raccolto una enorme consenso da parte dei nostri interlocutori!
«Il lavoro condotto insieme a Fondazione ha un impatto enorme. I dati dimostrano che siamo di fronte ad una nuova frontiera della medicina, che ne cambia radicalmente le regole tradizionali.»
Prof. Ettore Biagi
Responsabile medico-scientifico del team di terapia molecolare del centro di ricerca "Matilde Tettamanti" e del laboratorio di terapia cellulare e genica "Stefano Verri"
Il futuro è garantito
I dati scientifici ottenuti disegnano una nuova frontiera della medicina: le terapie hanno dimostrato la loro rilevanza soprattutto nelle forme leucemiche più resistenti, con tassi di remissione completa che hanno raggiunto anche il 70-80%. Inoltre, i ricercatori sono riusciti - primi in Italia - ad elaborare un sistema di trasferimento genico innovativo usando potenti recettori di terza generazione con margini di rischio e di costo ridotti. A inizio 2016, il lavoro si concentra nella fase critica di trasferimento dei dati sperimentali così ottenuti in una scala produttiva di tipo farmaceutico, ovvero molto simile all'uso clinico che Fondazione Tettamanti si ripromette di raggiungere entro la fine del 2017.
Fondazione Tettamanti ha così potuto partecipare e concludere il primo studio internazionale europeo pediatrico (Chlildhope) che ha sperimentato l'utilizzo di recettori chimerici di prima generazione nella terapia delle leucemie acute linfoblastiche. I suoi risultati, come spesso accade nella ricerca hanno contribuito a comprendere innanzitutto la validità dell’approccio scientifico e ad indirizzarne uno sviluppo verso metodiche di terapia genica diverse e sempre più innovative. Questa prima evidenza ha permesso alla Fondazione di orientarsi nell’acquisto di un nuovo macchinario utile all’attività di trasferimento genico con una tecnologia che la Fondazione è tra le prime in Italia a sperimentare.